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Brexit: possibili scenari in ambito IVA e doganale nei rapporti con l'Italia

L’Unione europea costituisce un’unione doganale e un mercato unico. In quanto unione doganale non vi sono dazi doganali nel territorio europeo e gli Stati membri condividono le tariffe esterne applicate nei confronti di Paesi terzi. Quale mercato unico, l’IVA viene applicata in modo armonizzato e uniforme. L’uscita del Regno Unito – c.d. Brexit – votata dal popolo inglese lo scorso 23 giugno ha un forte impatto sui rapporti commerciali internazionali con l’Italia, in quanto, a livello fiscale, innesca l’applicazione della normativa doganale, con nuovi oneri in capo agli operatori commerciali, in termini di compliance e di costi. Alcuni temperamenti potrebbero verificarsi a seconda dei diversi scenari che potrebbero seguire alla Brexit, specie qualora il Regno Unito dovesse entrare a far parte di un’unione doganale con l’Unione europea o di un’area di libero scambio. Nel primo scenario si darebbe luogo ad un abbattimento delle barriere commerciali che impediscono la libera circolazione delle merci e alla istituzione di una tariffa doganale esterna comune, ipotesi già intrapresa da altri Paesi, quali la Turchia, la Repubblica di San Marino e Andorra. Diversamente, entrando – nuovamente– a far parte dell’European Free Trade Association (EFTA), l’appartenenza all’area di libero scambio europeo potrebbe comportare delle riduzioni ai dazi doganali applicabili nelle transazioni con i Paesi UE (come avviene con la Svizzera), con addirittura un annullamento degli stessi nel caso in cui il Regno Unito entrasse a fare parte dello Spazio economico europeo (SEE).

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