Data Act, opportunità e sfide per gli studi legali italiani

Il Data Act introduce una disciplina che regola in modo organico l’accesso, la condivisione e la portabilità dei dati generati da prodotti connessi e servizi digitali, con l’obiettivo di creare un mercato europeo più equo, competitivo e aperto all’innovazione. 

Come spiega l’Avv. Carlo Impalà, Partner e Responsabile del Dipartimento di TMT e DP di Studio, «non si tratta solo di compliance: il legislatore europeo punta, infatti, a riequilibrare i rapporti contrattuali tra operatori e utenti, ma anche tra operatori, a favorire l’innovazione, e a superare i fenomeni di vendor lock-in che finora hanno limitato la concorrenza»

Il regolamento impone a fornitori e provider di infrastrutture e servizi cloud, edge e SaaS di garantire condizioni eque e non discriminatorie, introducendo dal 2026 nuove regole per i prodotti immessi sul mercato e, dal 2027, il divieto di oneri di switching nei contratti cloud

Per gli studi legali la vera sfida sarà supportare le imprese nella definizione di modelli di data governance coerenti, intervenendo sul piano organizzativo e contrattuale, in un quadro normativo sempre più stratificato e integrato che, oltre al Data Act, comprende numerose altre normative da considerare in materia di dati, cybersicurezza e intelligenza artificiale.

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