E-book e IVA ridotta: tra dinieghi della Corte e proposte della Commissione UE
La Corte di Giustizia UE, con sentenza relativa alla causa C-390/15, ha di nuovo negato la possibilità di applicare l’aliquota IVA ridotta alle cessioni di libri in formato elettronico (e-book), ribadendo la differente applicazione delle aliquote IVA per le cessioni di libri e giornali in formato cartaceo e quelle di libri in formato elettronico.
Secondo la Corte UE, le aliquote in misura ridotta rispetto a quella ordinaria possono trovare applicazione unicamente nel caso di cessione di beni e non anche di servizi forniti per via elettronica. In evidente contrasto con i dettami della Corte UE, il legislatore nazionale ha dapprima (con Legge di stabilità per il 2015) introdotto l’applicazione dell’aliquota IVA agevolata del 4% per la cessione dei soli e-book e un anno dopo (con Legge di stabilità per il 2016) esteso l’ambito di applicazione dell’aliquota IVA ridotta del 4% anche alle cessioni di giornali, notiziari, quotidiani, dispacci delle agenzie di stampa, libri e periodici, e a tutte pubblicazioni identificate da codice ISBN o ISSN.
Tale contrasto, anche alla luce della proposta di Direttiva presentata nel dicembre 2016 dalla Commissione UE, potrebbe essere solo temporaneo; se la proposta della Commissione verrà approvata, gli Stati membri avranno la possibilità di applicare alle pubblicazioni fornite per via elettronica le stesse aliquote IVA attualmente applicate alle pubblicazioni cartacee, incluse le aliquote ridotte e quelle “super-ridotte”.
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