Responsabilità dell’Internet Service Provider e intelligenza artificiale
Con sentenza n. 7708 del 19 marzo 2019 la Suprema Corte ha fatto il punto in tema di responsabilità dell’Internet Service Provider, aderendo a quanto già più volte espresso dai giudici di merito (v. a esempio sentenza Mediaset v. Vimeo del 10 gennaio scorso della Sezione Specializzata in Materia di Impresa del Tribunale di Roma, (al cui breve commento si rimanda) e allineandosi alle pronunce della Corte di Giustizia.
La pronuncia ha infatti stabilito che l'hosting service provider, anche passivo (nel caso specifico Yahoo), è corresponsabile assieme all’utente che ha caricato sulla piattaforma contenuti protetti da diritto d’autore nel caso in cui: “a) sia a conoscenza dell'illecito perpetrato dal destinatario del servizio”; “b) l'illiceità dell'altrui condotta sia ragionevolmente constatabile, onde egli sia in colpa grave per non averla positivamente riscontata, alla stregua del grado di diligenza che è ragionevole attendersi da un operatore professionale della rete in un determinato momento storico” e “c) abbia la possibilità di attivarsi utilmente, in quanto reso edotto in modo sufficientemente specifico dei contenuti illecitamente immessi da rimuovere”.
Particolarmente interessante di questi tempi il principio espresso al punto b), là dove la Corte ha fatto riferimento al grado di diligenza che è ragionevole attendersi da un operatore professionale della rete alla stregua dello “sviluppo tecnologico esistente all’epoca dei fatti”.
Nella parte motiva in particolare la Corte richiama la Comunicazione n. 555 della Commissione Europea del 28 settembre 2017 intitolata “Lotta ai contenuti illeciti online - Verso una maggiore responsabilizzazione delle piattaforme online”. In questa comunicazione la Commissione rileva come le piattaforme online, a oggi, "dispongono solitamente dei mezzi tecnici per identificare e rimuovere" i contenuti illeciti e che, alla luce del "progresso tecnologico nell'elaborazione di informazioni e nell'intelligenza artificiale, l'uso di tecnologie di individuazione e filtraggio automatico sta diventando uno strumento ancora più importante nella lotta contro i contenuti illegali online”.
A quanto ci consta, è una delle prime pronunce italiane a fare riferimento all’intelligenza artificiale come strumento di individuazione dei contenuti illeciti caricati sul web. Quello dell’intelligenza artificiale è un argomento di grande attualità giuridica del quale l’Unione Europea ha iniziato a occuparsi prima con la Risoluzione del Parlamento Europeo del 16 febbraio 2017 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti norme di diritto civile in materia di robotica e poi lo scorso anno con la Comunicazione della Commissione del 25 aprile 2018 rubricata L’intelligenza artificiale per l’Europa.