La strategia milanese sull'innovazione e la costruzione di nuovi data center ha preso la sua strada. Ma è quella giusta?
La Città metropolitana di Milano ha adottato la variante semplificata Sttm3, un aggiornamento della strategia per l’innovazione degli spazi produttivi e dei servizi che ridefinisce la disciplina urbanistica dei data center.
Pur con l’obiettivo di limitare il consumo di nuovo suolo, la misura si discosta da una visione dalla linea nazionale che propende nel riconoscerli come infrastrutture produttive. Con la nuova classificazione a destinazione direzionale-terziario, si stima un incremento del contributo sul costo di costruzione fino al 10-15% del valore complessivo, a cui si aggiunge il raddoppio degli oneri di urbanizzazione.
«La variante crea ulteriore incertezza in un contesto già incerto, con il rischio di costringere gli operatori a rivedere i business plan e affrontare il cambio di destinazione d’uso in casistiche non chiaramente definite e lasciate alla discrezione dei Comuni» osserva l’Avv. Andrea Grappelli, Partner di Studio e vicepresidente del Comitato tecnico permessi di IDA.
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