Si compone come un puzzle la normativa di attuazione che regola l’estrazione dai depositi IVA dei beni immessi in regime di libera pratica. Dopo l’approvazione del modello per la dichiarazione sostituiva di atto di notorietà attestante la sussistenza dei requisiti di affidabilità da parte del soggetto che procede all’estrazione dei beni, necessaria per poter assolvere il pagamento dell’IVA mediante il meccanismo del reverse charge, con il provvedimento del 28 marzo 2017 l’Agenzia delle Entrate ha approvato i modelli per la costituzione di deposito vincolato in titoli di Stato o garantiti dallo Stato e di polizza fideiussoria o fideiussione bancaria per l’estrazione dei beni introdotti nel deposito IVA da parte di tali soggetti.
Sin dalla previsione contenuta nel decreto fiscale, la nuova disciplina sui depositi IVA ha destato le perplessità degli operatori del settore, nonché dubbi e criticità in termini operativi. Dubbi e perplessità che sono stati dissipati solo in parte dalle modifiche apportate in sede di conversione in legge del D.L. n. 193/2016.
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