Frode fiscale e ravvedimento operoso disconosciuto: la giurisprudenza smentisce la prassi
Gli agenti del fisco dovrebbero adeguarsi a quanto derivabile dalla legge come interpretata dalla giurisprudenza di legittimità e suggerito dalla migliore dottrina, senza assumere atteggiamenti inutilmente vessatori nei riguardi di contribuenti già sufficientemente stressati da un sistema tributario farraginoso e quel che è peggio male amministrato.
La questione della ravvedibilità della dichiarazione fraudolenta sembra marginale e molto contro corrente. Ma misura il grado di sanità dell’ecosistema fiscale.
Le faccende fiscali sono pratiche, non etiche.
Una legislazione che faccia discendere effetti sananti dal pagamento di quanto dovuto (compresi interessi e sanzioni) non è da disapplicare nell’azione amministrativa perché moralmente ripugnante. Sovrapporre i piani del diritto e della morale pubblica conduce fatalmente a disastri, come la storia insegna ad ogni piè sospinto.
L’effetto paradossale di tanto mal riposto rigore sarà che nessuno si metterà spontaneamente in regola, con conseguente riduzione del gettito.
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