Tax Advisory

Pillar 1 e 2: un nuovo assetto fiscale internazionale

Negli ultimi mesi, ha incontrato crescente consenso in ambito internazionale /'ipotesi di introdurre una "minimum tax" finalizzata ad assoggettare a congrua tassazione i profitti esteri dei gruppi multinazionali.Il progetto, inizialmente elaborato in ambito OCSE, ha incontrato a decorrere dal 2021 l'appoggio degli USA. A luglio, tale progetto ha trovato il supporto dell'UE e degli Stati appartenenti al G7 ed è stato oggetto di un accordo appoggiato da 130 Paesi in ambito OCSE. Tale accordo è stato recentemente confermato, a ottobre, nell'ambito del G20, a Washington e Roma.

In base a tale accordo, te aziende che superano determinati limiti di fatturato potranno inoltre essere tassate anche nei Paesi in cui avvengono effettivamente i consumi (e solo non in quelli in cui hanno la sede legale, come è accaduto fino ad ora). Le nuove misure mirano a garantire /'assoggettamento ad una congrua tassazione delle imprese multinazionali digitali. Ma non solo. Tale nuovo regime dovrebbe entrare in vigore dal 2023. Come conseguenza del nuovo assetto, deve ritenersi definitamente naufragato il progetto di web tax europea, che tanta opposizione aveva ricevuto dagli USA, in quanto colpiva soprattutto le grandi aziende tecnologiche. Analogamente, gli Stati che sinora hanno adottato, in varie forme, la web tax abbandoneranno progressivamente tali modalità di tassa­zione. Il nuovo assetto influirà profondamente nella dinamica dei gruppi multinazionali e più in generate nei rapporti tra USA, da un lato, UE e Paesi in via di sviluppo, dall'altro. Tale assetto peraltro, sotto il profilo tecnico-giuridico, determina una rivoluzione nei principi della fiscalità internazionale, così come applicati sino ad oggi. In tale contesto, può essere utile svolgere alcune riflessioni in merito al percorso che ha portato all'adozione delle nuove regole, descrivendone la genesi sia sotto il profilo politico che sotto il profilo tecnico. 

L'articolo è pubblicato in forma integrale sulla rivista Novità Fiscali della Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana (SUPSI)