"Cold Case” Sargonia Dankha:
emessa la sentenza di I grado per il caso riaperto dall’Avv. Rubino
Grazie al lavoro del nostro Avvocato Francesco Rubino e del suo team – che si occupa principalmente di Diritto Penale d’Impresa ma anche di tutela dei soggetti deboli – la famiglia di Sargonia Dankha ha finalmente ottenuto giustizia per la tragica scomparsa della giovane 21enne irachena naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel 1995 a Linköping, in Svezia. In virtù delle consolidate connessioni internazionali dello Studio, tre anni fa l’Avv. Rubino era stato contattato dalla famiglia della vittima ed è riuscito a far aprire un procedimento presso la Procura di Imperia.
Il 15 dicembre, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti, il Tribunale di Imperia ha condannato all’ergastolo Salvatore Aldobrandi, ex fidanzato della vittima. Una sentenza esemplare che ha segnato un importante precedente sul piano internazionale, superando i limiti della giurisdizione svedese che non consentiva la riapertura del caso a causa della mancanza del corpo della vittima.
Dopo la sentenza, l’Avvocato ha dichiarato al Corriere della Sera: «Sono molto soddisfatto della decisione e del lavoro svolto. Sono vicino alla famiglia che finalmente, dopo 29 lunghi anni, è riuscita a ottenere giustizia per Sargonia. La giustizia italiana è riuscita laddove quella svedese ha incontrato dei limiti dovuti all’ordinamento. Non è stata riconosciuto la recidiva, come forse sarebbe stato giusto, ma il colpevole va comunque in carcere. E a trent'anni di distanza era un esito per nulla scontato. La solidità delle prove raccolte e l'assenza di una pista alternativa hanno convinto la Corte. Il nostro sistema giuridico per come è strutturato ha riconosciuto che Sargonia è stata uccisa nell'ambito di una relazione di controllo di possesso, una relazione in cui la libertà di lei veniva costantemente limitata da parte di un uomo che la considerava come un oggetto, come un qualcosa di cui poteva disporre. Ed è per questo che l'aggravante del numero 61-1 del codice penale, ovvero i motivi abietti, sono stati riconosciuti da questa corte per dichiarare l'ergastolo nei confronti di Aldobrandi; altrimenti il reato di omicidio sarebbe stato prescritto, essendo trascorsi più di 28 anni. Una sentenza esemplare quindi, perché dice che non è stato solo un omicidio, ma un crimine eseguito da una persona profondamente aggressiva e responsabile di altri episodi molto gravi»
Anche il nostro Founding Partner Stefano Morri ha espresso un commento in merito alla vicenda: «Mi associo ai sentimenti di vicinanza alla famiglia di Sargonia, che ha visto dare giustizia a un delitto tanto efferato. Il nostro Studio si è gettato in questa vicenda - nata quasi per caso da un Paese, la Svezia, con la quale lo Studio intrattiene importanti rapporti - con tutto sé stesso, impegnando ogni energia, e soprattutto applicando un metodo di lavoro fatto di umiltà, determinazione, passione per il problema del cliente e il rigoroso approfondimento scientifico delle questioni. E grandi complimenti al nostro Francesco Rubino e al suo team».
La notizia è stata ripresa dalle maggiori testate a livello locale e nazionale, tra cui Il Corriere della Sera che, oltre ad aver riportato il commento dell’Avvocato Rubino e quello del team, nei giorni precedenti ha fornito delle anticipazioni riguardo all’udienza che si è tenuta venerdì 13 dicembre.
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Media coverage dell'intera vicenda
Testate nazionali
- Il Corriere della Sera - commenti del team
- Il Corriere della Sera – commento dell'Avv. Rubino dopo la sentenza
- Il Corriere della Sera – commento dell'Avv. Rubino prima dell'ultima udienza
- Ansa – intervista all'Avv. Rubino
- Ansa
- Sky TG24
- Il Messaggero
- Il Messaggero
- Il Post
- Il Giornale
- Il Giornale
- Fanpage
- La Stampa
- La Stampa
- Il Corriere della Sera – commento dell’Avv. Rubino
- Il Corriere della Sera – intervista esclusiva alla famiglia
- Il Corriere della Sera – intervista esclusiva all'Avv. Rubino
- La Repubblica
- La Repubblica
- Rainews
- Il Secolo XIX
- Corriere della Calabria
- La Repubblica
- La Stampa
- Il Secolo XIX
Testate svedesi