Il potere distruttivo delle fondazioni
È di qualche settimana fa la notizia che lo Chagall Commitee ha “trattenuto” un dipinto dell’autore russo naturalizzato francese al fine di distruggerlo, perché ritenuto falso.
Il dipinto era stato inviato alla commissione dalla collezionista Stephanie Clegg perché venisse autenticato, su suggerimento della casa d’aste Sotheby’s, dalla quale la signora Clegg aveva acquistato il dipinto nel 1994 per 90.000,00 dollari.
Non è la prima volta, peraltro, che la Chagall Commitee – presieduta da due nipoti dell’artista – “trattiene” un’opera di Chagall perché giudicata falsa al fine di distruggerla: un caso analogo era accaduto nel 1994 al collezionista inglese Martin Lang.
Notizie di questo tipo allarmano i collezionisti e gli operatori del settore che si chiedono da un lato quale tipo di responsabilità abbia la casa d’asta per aver venduto un’opera poi rilevatasi falsa, e dall’altro se una fondazione (che tutela i diritti d’autore di un artista) possa distruggere un’opera perché ritenuta non autentica.
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