Quando l’AI incontra il diritto: il confronto tra l’UE e la Cina
È ormai noto che l’AI è il nuovo motore di trasformazione del panorama globale, soprattutto in termini di creazioni di nuove opportunità. Ma non dobbiamo sottovalutare le questioni etiche, sociali e legali, sollevate dall’introduzione di questa tecnologia nella nostra quotidianità. In questo contesto, un ruolo fondamentale lo svolge la regolamentazione dell’IA, che nasce dall’esigenza di garantire uno sviluppo responsabile e sicuro di questa tecnologia. L’articolo intende quindi analizzare e confrontare i quadri normativi sull’AI adottati dalla Cina e dall’Unione europea, due diversi player globali con approcci distinti.
A seguito di una breve panoramica del quadro normativo cinese in materia di AI, l’articolo si focalizzerà sull’AI Act dell’UE e sugli obblighi imposti ai fornitori di sistemi di AI in base al livello di rischio. Ci si soffermerà successivamente sulle implicazioni dell’AI Act per i fornitori stranieri (ivi compresi quelli cinesi) che intendono operare nel mercato europeo e l’articolo fornirà, in pillole, alcuni suggerimenti per i fornitori in un’ottica di conformità alla normativa europea in materia di AI. In chiusura, verrà analizzato il caso di DeepSeek e l’approccio del Garante Privacy italiano che, bloccando l’utilizzo di tale tool, ha evidenziato come, sebbene l’AI Act non sia ancora integralmente applicabile, i sistemi di AI debbano comunque conformarsi ad altre normative europee esistenti (quale il GDPR).
Attraverso un confronto normativo, l’articolo mira a fornire una comprensione delle diverse regole e delle sfide che le aziende, in particolare quelle straniere, si trovano ad affrontare nell’operare nel mercato europeo.
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L'articolo integrale è disponibile su 4C AI