L’equo compenso negli affidamenti di servizi e la tutela dei professionisti: la nuova legge e il Codice dei contratti pubblici davvero non vanno d’accordo?

Il dibattito sulla remunerazione delle prestazioni d'opera intellettuale ha acquisito rilevanza e intensità in seguito all'introduzione del nuovo Codice e alla successiva normativa sull'equo compenso, in particolare nel contesto degli affidamenti relativi ai servizi di architettura e ingegneria.

Questi ultimi, essenziali per l'esecuzione delle attività di progettazione e per altre prestazioni di carattere tecnico, sono stati specificamente designati per essere svolti dalle professioni regolamentate. La questione si focalizza sulla ricerca di un giusto equilibrio tra la giusta remunerazione dei professionisti e le esigenze di mercato, nel rispetto delle normative vigenti che mirano a garantire la qualità e la professionalità dei servizi offerti, assicurando al contempo condizioni di lavoro eque per gli operatori del settore. 

Il D.Lgs. n. 36/2023, entrato in vigore il 1° aprile 2023 ed applicato a partire dal 1° luglio dello stesso anno, ha introdotto significative novità per i liberi professionisti, ponendo un divieto esplicito alla prestazione di servizi a titolo gratuito per le amministrazioni pubbliche e consolidando il principio dell'equo compenso all'articolo 8. La nuova norma mira a rafforzare la tutela dei professionisti, assicurando una remunerazione adeguata al lavoro svolto.