Superbonus: il sequestro dei crediti e le “contraddittorie” tutele per il terzo in buona fede

La recente sentenza della Corte di cassazione n. 3108/2024 tratta il tema molto attuale del sequestro preventivo ex art. 321 co. 1 c.p.p. dei crediti fiscali ceduti a un istituto bancario derivanti dalla fruizione del c.d. Superbonus 110% in assenza di esecuzione dei lavori e a fronte di condotte idonee a configurare i delitti di truffa e autoriciclaggio.

La pronuncia offre uno spunto per formulare alcune riflessioni di più ampio spettro, di natura sia fiscale che penale, in relazione alle conseguenze in capo al cessionario derivanti dall’acquisto di crediti d’imposta illegittimamente ottenuti dal beneficiario.

Attraverso l’esame della giurisprudenza pronunciatasi in punto di diligenza richiesta agli operatori del settore coinvolti in operazioni di cessione dei crediti fiscali previsti dalla normativa di emergenza da Covid-19, si forniscono alcune indicazioni rilevanti per la tutela dei diritti del terzo in buona fede.

 

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Il presente contributo è stato redatto dai Team degli Osservatori 231 e Giustizia Tributaria, nell'ambito della nuova rubrica mensile "Focus Penale Tributario".

L’obiettivo del progetto è quello di monitorare i temi di più stretta attualità, offrendo una panoramica della recente giurisprudenza in materia penal-tributaria e un approfondimento critico su novità normative o questioni di interesse che presentano interconnessioni tra i due rami del diritto.

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